Asilo e rifugio dei profughi della terraferma per trovare riparo dalle invasioni barbariche, Murano, il cui antico nome è AMURANIUM, crebbe in prosperità e arrivò al suo splendore nel XVI secolo.
Fu sempre centro che mantenne autonomia amministrativa rispetto a Venezia godendo di un locale governo amministrativo e usufruendo dei suoi antichi statuti dal 1272 sotto il governo di un podestà e fino alla caduta della Repubblica aveva un suo arengo.
Ebbe il libro d’oro per le sue famiglie originarie, che godevano di speciali privilegi, coniava le oselle, cioè le medaglie/moneta che venivano donate ai principali cittadini (il nome deriva dal fatto che anticamente il Doge regalava degli uccelli ai Signori, poi sostituiti da queste medaglie).
Le leggi, anche quelle del lavoro, erano sancite da una mariegola (matricola – registro, elenco di persone iscritte a una determinata categoria – delle corporazioni artigiane) atte ad evitare la diffusione dei segreti della lavorazione del vetro. In cambio della segretezza l’isola e gli isolani godevano di privilegi speciali.
Nel suo periodo di maggiore prosperità l’isola contava 17 chiese, conventi, ospizi e accademie.
L’isola fu scelta come sede industriale per l’arte del vetro dal 1291 sia perché si trova a tramontana rispetto a Venezia e quindi i fumi delle fornaci non inquinavano l’aria della città sia per scongiurare pericoli di incendi nel centro cittadino. L’attività è antichissima ma il vero grande impulso si ebbe quando Venezia entrò in contatto con le officine saracene di Siria, fra l’XI e il XII secolo.